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Testo in lingua serba fatto leggere di fronte allo Schermo 21
Ah! Dragi prinče, ništa nije prijatnije od dolaska gosta”. (Lav Tolstoj, Rat i mir)

Rim, 17 septembar 2012

Draga Miro,
Pomenuli smo, u Veneciji  prošle godine da,  što se nas ,  Snabdevača kritike,  tiče  crveni kofer koji je 1994 krišom stigao u Novi Sad, predstavlja delo koje se okončalo istog dana kada je kofer bio poslat, iako je slanje veće količine faks pošiljaka koje su  usledile uvećalo njegovu sadržinu.
Od tog vremena rata i embarga mnogo je vode proteklo ispod mostova, kaže se.  Ali ako voda nemože da se vrati, mostovi ostaju.
Medutim ako su  i mostovi srušeni, šta drugo preostaje ljudima no da ih ponovo izgrade?
Prema tome, pre no što  se neka nova zabrana gostoprimstva  vrati da zaveže  jezik strancima  I izbeglicama, bolje je doći lično, stavivši u kofer  najnovije radove,
Jer, ustvari, nije toliko važan sam proizvod koliko način na koji je proizveden.  Jedan par cipela, na primer, bilo da su baš one Van Gogove – nisu ništa drugo do para cipela, ali zato mogu biti različiti načini  na koji  su te iste cipele proizvedene, kao I načini njihovog predstavljanja- od pertli pa sve do blata na opancima.
Radi se  o tome da se stvori  potreba umetnosti   za obuvanjem  vlastitih cipela da bi se tako približili stvarnosti.
Na ovom putu I sa takvim cipelama ponekad smo poverovali da smo se izgubili u  neprikladnim labirintima civilizacija  koje se tope  tonući  u vlastita ždrela  u potrazi  za svojim  korenima. Ali pošto se zakoni gostoprimstva   ne odnose  samo na tela u potrazi za osveženjem  nego I na  njihove  znake  u potrazi za srećom,  ubeđeni smo da se krećemo  stazama  imaginarnog.  Stazama koje se šire i brojčano uvećavaju ne kao zamena za one prave i odgovarajuce, nego zamene za one neosnovane  i unakažene  belosveckim  posetiocima.
Zbog svega toga i u očekivanju kolektivnog bekstva iz pećina u koje nas je uteralo ovo terorizirano društvo  sa blindiranim vratima individualizma,  kako i  sama  znaš, odabrali smo za put   naše  aktivnosti put  Interneta.
Ali, da bi bilo jasno da se naš rad ne iscrpljuje kroz virtualne web stranice,  među darovima koje donosimo u koferu biće I malo slikarstva da bi zajedno sa tobom postavili scenu  gostoprimstva.

ITALIANO
« Ah! Caro principe, nulla è più gradito di un ospite ». (Lev Tolstoi, Guerra e pace)

Roma, 17 settembre 2012

Cara Mira,
come ci siamo detti a Venezia appena l’anno scorso, per noi di Forniture Critiche la valigetta rossa che nel 1994 arrivò clandestinamente a Novi Sad  è un lavoro che si è concluso il giorno stesso in cui venne spedita, anche se in seguito l’invio di parecchi fax continuò a farne crescere i contenuti.
Da quell’epoca di guerra e di embargo molta acqua è passata sotto i ponti, si dice comunemente per dire che molto tempo è passato. Ma se l’acqua non può tornare, i ponti restano; e anche se poi sono crollati, che ci stanno a fare gli uomini se non per ricostruirli?
Perciò, prima che una nuova revoca dell’ospitalità ritorni a divorare per la lingua i forestieri e gli esuli, è meglio venire di persona, mettendo in valigia soprattutto le nostre attuali modalità di lavoro.
Perché in genere ciò che importa non è tanto il particolare prodotto ma il modo sociale con cui è stato prodotto. Un paio di scarpe, ad esempio – e siano pure quelle di van Gogh – non sono altro che un paio di scarpe; diversi però possono essere i modi di produrre quelle stesse scarpe, quindi anche di rappresentarle: dalle stringhe fino al fango sulla tomaia.
Si tratta sempre di mettere in forma la necessità dell’arte di calzare le proprie scarpe per approssimarsi alla realtà.
Su questo cammino e con tali scarpe a volte abbiamo creduto di esserci perduti nei labirinti indecenti delle civiltà che si consumano affondando il grugno in cerca delle proprie radici. Ma poiché le leggi dell’ospitalità non riguardano solo i corpi nudi in cerca di ristoro ma anche i segni stessi del corpo in cerca di fortuna, siamo certi di viaggiare pur sempre sui sentieri dell’immaginario. Sentieri che si estendono e aumentano di numero non tanto negli scambi con gli equivalenti, quanto negli scambi gratuiti e difformi delle visitazioni planetarie.
Per tutto questo, in attesa di una fuga collettiva dalle caverne in cui ci costringe questa società terrorizzata dalle porte blindate dell’individualismo, da diversi anni - come sai – la nostra attività ha preso le vie della Rete.
Tuttavia, affinché sia evidente che il nostro lavoro non si esaurisce nelle forme virtuali delle pagine web, tra i doni che porteremo in valigia ci sarà anche un po’ di pittura per allestire insieme a te la scena dell’accoglienza.

ENGLISH
“Ah, dear Prince! Nothing is more welcome than a guest.” (Leo Tolstoy, War and Peace)

Rome, 17 September, 2012

Dear Mira,
As we agreed only last year in Venice, for us Forniture Critiche people, the little red suitcase smuggled into Novy Sad in 1994 was a done job on the very same day that it was shipped off, even though additional faxes later on continued to make the contents grow.
Since those days of war and embargo, much water has flowed under the bridges, as the adage goes – i.e., lots of time has gone by.
And if the water doesn’t come back, the bridges at least endure. And if later on even those fell, what are human beings here for if not to rebuild them?
For this reason, before hospitality is once again abolished and makes short work of the language of strangers and exiles, it’s better if we come in person, above all packing into our suitcase our present working methods. Because in general what is important is not the product in itself, but the social way in which it has been produced. A pair of shoes, for example – even if they are Van Gogh’s shoes – are just a pair of shoes; but those same shoes can be produced in many different ways, and so can also be represented in different ways: from the laces right down to the mud on the shoe upper. It’s still a case of giving shape to the artistic need to fit into one’s shoes, and so move closer to reality.
Having undertaken this path, and wearing these shoes, we sometimes feared we’d gone astray in the indecent labyrinths of these exhausted cultures that go grubbing deep down with their snouts in search of their own roots. But since the rules of hospitality concern not only unclothed bodies looking for shelter, but also signal the body that seeks its fortune, we’re still sure of travelling down the paths of imagination. Paths which extend and increase in number not so much through the exchanges between equals, but thanks to the cost-free and sundry ones during visits around the globe.
As a result, and while we wait to flee in one body from the caves into which we’ve been forced by this society terrorized by the armoured doors of individualism, in the past so many years, as you will know, our work has taken to the paths on the Web. Nevertheless, just to make it clear that our work is not only what appears in the virtual forms of the web pages, among the gifts we have packed in our suitcase there will also be some artwork to help you set up the welcoming scene.

APPARIZIONE DELLA TAVOLA 21 AL TERMINE DELLA LETTURA
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Gli schermi e le apparizioni delle tavole
La legenda della Tavola 21
_Fornitura per Novi Sad (Serbia) dell'11 aprile 2013_
Gli schermi e le apparizioni delle tavole